La maledizione del corso fantasma

Ecco cosa vi avevo promesso nel blog precedente, ovvero non più tardi di 24 ore fa? “Non vi preoccupate però! Gli argomenti divertenti saranno la norma.” Vedete io sono un uomo di parola e non volente mi ritrovo costretto a raccontare una vicenda che oggi ha toccato il suo apice in tema di assurdità. Ordunque, signori miei, continua la parodia dei film dei pirati dei Caraibi: dopo “La maledizione del primo iphone” (https://alvisecavazzina.wordpress.com/2014/02/28/hannoverite-o-la-maledizione-del-primo-iphone/), oggi si passa al secondo film: “La maledizione del corso fantasma“. Una serie di eventi comici legati ad un corso inesistente, che mi instillano il dubbio di essere all’interno di una candid camera.. ma non voglio anticiparvi nulla, quindi mettevi comodi, spegnete le luci in sala e gustatevi questo nuovo articolo.

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Come ogni film che si rispetti bisogna innanzitutto fare un piccolo salto nel tempo, così tanto per introdurre bene l’argomento e far capire fin da subito che tipo di piega possano prendere gli avvenimenti futuri. Precisamente torniamo indietro di qualche settimana, ovvero al momento di decidere i vari corsi che avrei frequentato nel corso del semestre estivo, sempre qui a Gottingen ovviamente. Tra le varie opportunità, rigorosamente in lingua inglese, vi era questo corso: “Corporate development tutorial” cioè una collaborazione tra un’impresa e l’università. Non è un master e nemmeno uno stage, ma è solo una semplice collaborazione tra due enti per far meglio interagire gli studenti quando si troveranno nel mercato del lavoro. Figo vero? Finalmente qualcosa di pratico e non solo teorico.. è solo la punta dell’iceberg.

Ok guardo sul sito internet dell’università per potermi iscrivere al corso. Bene è già un passo avanti che esista e che non sia stato spostato al semestre invernale, come è successo per altre lezioni. Clicco su enroll yourself to this course…

Primo momento di smarrimento: impossibile iscriversi al corso. Oddio e mo che faccio? Ok mando una mail al prof chiedendogli delucidazioni sul come potermi iscrivere, visto che il sito non me lo permette. Tempo 5 minuti e arriva la risposta: Egregio Alvise bla, bla, bla.. provi a vedere ora se si può iscrivere. Così dal nulla, basta che io mandi una mail e mi si aprono le iscrizioni? Mmmm qualcosa mi puzza, anche perchè il prof nella sua mail sembrava anche molto contento di sapermi interessato al suo corso: il suo tono era decisamente troppo allegro.

Secondo momento di smarrimento: Riesco infine ad iscrivermi! O che gaudio! Che gioia! (beh neanche tanto, alla fine stiamo parlando di lezioni universitarie, mica di feste) Comunque mi sono iscritto e boh amen. Il giorno seguente sono curioso di vedere in quanti siamo a questo dannato corso, magari scopro che c’è qualcuno che conosco, pazzo quanto me, che ha deciso di seguirlo, per cui apro la finestra “partecipants” e…… nulla. Sono solo io e due professori. Ehmn cosa? cioè devo supporre davvero che il prof ha deciso di aprire le iscrizioni solo per me e solo perchè gli ho inviato una mail? Ma stiamo scherzando? E io che dovrei fare? Cioè se dovessi fare dei lavori di gruppo con chi sto in coppia? Con il prof (ma anche no se no fa fare a me tutto il lavoro e sarei sorvegliato costantemente peggio di un mafioso condannato all’ergastolo) o con me stesso (rileggete le parole tra parentesi, tanto il risultato non cambia). In quel momento ho davvero desiderato che almeno un’altra persona si aggiungesse, altrimenti avrei persino pagato qualcuno per venire con me!

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Tra il primo e il secondo tempo: Siamo arrivati a metà di questo film (o trip decidete voi) e come potete immaginare le portate forti stanno per arrivare! Finalmente, dopo un lungo periodo di pausa dalla fine degli esami del primo semestre, ricominciano le lezioni e anche il noioso tram tram quotidiano: svegliarsi, studiare, andare in mensa, andare a lezione e poi casa. Eheh queste cose succedono in Italia! In erasmus le cose sono fuori dalla normalità.. altrimenti che erasmus sarebbe?

Terzo momento di smarrimento: E’ giunta l’ora di andare in classe di Corporate development! Chissà cosa si dovrà fare.. magari guardare dei bilanci aziendali, assistere in prima persona a dei colloqui di assunzione o assistere ad un vertice del consiglio di amministrazione. Già.. chissà cosa si dovrà fare? A bo a due settimane dall’inizio delle lezioni, non l’ho ancora scoperto e il perchè? A quanto pare il corso o non esiste o il prof si è improvvisamente dato latitante o forse è finito davvero in galera come il mafioso citato prima. Insomma per dirlo in brevi parole entro in classe e ci sono forse meno di una decina di studenti seduti in aula che di persone ne può contenere almeno un centinaio. La lezione doveva iniziare alle 14.15.. aspetta, aspetta e aspetta intanto si fanno le 14.40 e il prof non si fa vivo, ma nel frattempo 2/3 degli studenti ha già abbandonato l’aula, stanchi di aspettare almeno una semplice apparizione o il fantasma di quello strano professore. A quel punto io faccio altrettanto: prendo le mie cose e mi allontano. Grazie di tutto, bella lezione davvero, ci vediamo la settimana prossima! Puntuali mi raccomando! Stessa ora stesso posto!

Quarto e ultimo momento di smarrimento: Siamo al gran finale, ovvero a circa due orette e mezzo fa! Questa mattina guardo nuovamente il posto e l’ora della lezione sul sito internet e controllo anche che non ci siano stati cambi improvvisi dell’ultimo minuto. No tutto regolare: ore 14.15 in zhg 008. Io, dopo quanto successo la settimana scorsa, per ulteriore sicurezza, guardo anche fuori dall’aula dove ci sono scritte le varie lezioni che si dovrebbero tenere là.. Ore 14.15 Corporate development tutorial. Bene sto giro sarà la volta buona? Entro in aula: azz che cambiamento! se la settimana prima si era una decina scarsa, sto giro abbiamo fatto il pieno! Una 50tina di persone affollano i banchi e tutti hanno già le slide pronte e stampate e chiacchierano animatamente tra loro.. in tedesco. Strano.. era scritto che questo corso è fatto per studenti erasmus, quindi come è possibile che siamo così in tanti e perchè tutti parlano tedesco e sembrano tutti dei tedeschi? Che fare? Volevo chiedere ad un ragazzo che avevo a fianco se questo era il corso giusto, ma cavolo ho controllato 2000 volte quindi sono arci sicuro e che figura faccio? Va beh aspetto e improvvisamente ecco il prof! O finalmente si è degnato di mostrarci la sua persona! Tiro fuori appunti, matita ecc pronto a iniziare, ma ecco che il mio sguardo si posa sulle slide che proietta il prof sulla lavagna luminosa.. scritte in tedesco.. la cosa è sempre più strana, però bo non è la prima volta che capita.. poteva essere che il corso prima fosse in tedesco e poi cambiato e messo in inglese, però forse il prof si era dimenticato di modificare la prima slide.

Altra cosa strana: il nome del prof sulle slide non corrisponde a quello che ho io. Che azz sta succedendo? Ma i miei timori prendono forma non appena il prof inizia a parlare. E costui parlava in tedesco. La consapevolezza di quello che stava accadendo mi cadde addosso come un macigno. La mia lezione era stata probabilmente sostituita e io ero l’unico a non saperne niente. In altre parole stavo seguendo una lezione che non solo non era la mia, ma era spiegata in una lingua di cui ancora oggi non capisco una mazza. La paura si installa in me e io non so che fare. Andarmene? Si è la mossa giusta e anche Bob l’aggiustatutto mi scrive di fare così, ma che figura faccio? La lezione era iniziata da 10 minuti e io non potevo andarmene, anche perchè se il prof mi chiedeva cosa stessi facendo (in tedesco) io che rispondevo? Ma se rimanevo là, oltre ad annoiarmi, che sarebbe successo se il prof mi rivolgeva una domanda? Uno non l’avrei capita, ma se anche ce l’avessi fatta io cosa rispondevo? No guardi ho sbagliato aula e sto seguendo una lezione a caso che tanto non ho nulla di meglio da fare? Alla fine mi faccio coraggio e più veloce di Craxi a scappare dall’Italia, io esco dall’aula.

Bene questo è il, lungo lo so perdonatemi, resoconto di quanto mi è successo con questo corso. Ci andrò anche la settimana prossima? Non credo, ma se anche dovessi, prima mando una mail al prof e poi chiedo ai colleghi in aula se quella è la lezione giusta, perchè va bene figure di merda ogni tanto, ma forse perseverare non è il caso.

Come al solito, spero che l’articolo odierno vi sia piaciuto e io come sempre vi do appuntamento al prossimo! CIAO FIOI!!

Momento serietà: luoghi di silenzio e pace interiore

Gentili lettori, bentrovati da Alvise Cavazzina, questo è Alvise Cavazzina per le cazzate. No dai non si può iniziare così un articolo.. questo genere di introduzioni le lascio volentieri al quel “simpaticone” di Andrea Diprè. Ho voluto cominciare in questo modo perchè ho ancora in testa gli innumerevoli video dell’avvocato e critico d’arte, che mi sono sparato qualche giorno fa, tra delle corse al bagno improvvise e attacchi di mal di gola, che mi hanno impedito di godermi appieno una serata in stile erasmus.

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Quello che voglio fare oggi è inaugurare una nuova rubrica, in realtà già affrontata ma a cui non avevo dato un nome, chiamata, come potete leggere dal titolo, “momento serietà“. Sarà facile individuare questa rubrica perchè l’immagine di copertina sarà questo bellissimo animale (non so di che genere) con lo sguardo abbastanza alterato, occhi gialli e cilindro stile Slash. Questa rubrica tratterà argomenti, per l’appunto, seri, quindi non ci saranno battute, giochi di parole e situazioni esilaranti, ma bensì temi sempre riguardanti il mio erasmus, ma di carattere molto più sobrio. Non vi preoccupate però! Gli argomenti divertenti saranno la norma, ma ogni tanto un pò di serietà non guasta.

Bene detto ciò cominciamo con la nuova rubrica! Vai con la sigla! (scusate è l’ultima battuta che faccio qui, ma non ho resistito alla tentazione! ASD). 

Chi ha guardato il mio profilo di facebook ieri sera si sarà accorto che ho aggiunto un nuovo album di foto chiamato “Unknown parks in Gottingen. Paradise lost..” (per chi non lo avesse ancora visto: https://www.facebook.com/alvise.cavazzina/media_set?set=a.10201975419288335.1073741844.1270830570&type=1). Queste nuove foto sono il frutto di un intero pomeriggio passato a camminare tra i tanti luoghi e parchi che non avevo ancora visto a Gottingen, poichè il tempo non era dei migliori per farsi delle lunghe passeggiate e assaporare tutta quella serie di emozioni davvero uniche che mi hanno fatto sentire davvero in pace con me stesso ed a stretto contatto con la natura.

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Camminando tra una zona e l’altra, con gli occhiali da sole e cuffie nelle orecchie, mi sono improvvisamente imbattuto in uno di quei posti che se lo cerchi intenzionalmente non lo troverai mai, ma che se vaghi completamente a caso e senza una meta precisa, è molto probabile che ti ci imbatterai. Non ho timore a dire che quello che mi si è presentato di fronte fosse qualcosa di simile al paradiso terrestre di Adamo ed Eva: un fiumiciattolo di nome “Leine”, che poi ho scoperto proseguire per km e km andando anche fuori Gottingen e tutto attorno una distesa enorme di verde, alberi, piante. Mi sembrava un sogno o meglio credevo di trovarmi nel film “Il gladiatore” quando Massimo ricorda le lunghe spighe di grano di casa sua e le tocca con le mani.. potevo io fare altrimenti con quei lunghi steli che avevo sotto gli occhi?

Ma la cosa più sorprendente era.. un silenzio quasi totale. Si perchè, tra le mie peregrinazioni, non mi ero neanche reso conto di essere andato in zone poco frequentate non solo dagli altri studenti erasmus, ma anche dagli stessi tedeschi. Alla vista di quel panorama non ho potuto non togliermi le cuffie ed ascoltare gli unici suoni che pervenivano alle mie orecchie: lo scrosciare lento e sicuro del fiume, il cinguettare degli uccelli, interrotto a volte da qualche starnazzare di un’anatra che nuotava lungo il corso d’acqua o da qualche calabrone che volteggiava tra uno stelo e l’altro e infine il vento leggero che mi accarezzava la pelle. Davvero non esistono parole, video o fotografie che possano descrivere appieno quel posto meraviglioso che mi pento di non aver scoperto prima!

Ma questo non era che l’inizio del mio viaggio in paradiso tedesco. Lungo tutto il fiume si poteva scegliere se seguire una specie di pista ciclabile messa all’interno del parco, anche se di bici e persone ne ho viste ben poche, oppure scendere di circa 2 metri e camminare proprio a ridosso del fiume, circondato da lunghi steli di piante. Il più del tempo l’ho trascorso seguendo questo secondo itinerario, molto più tranquillo e soprattutto baciato totalmente dal sole che riscaldava quella giornata di inizio maggio. 

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Sempre costeggiando il fiume, ad un certo punto mi sono imbattuto in una coppia di tedeschi che ben hanno pensato di passare da una sponda all’altra del fiume, approfittando del basso fondale presente in quel punto. Immagino che l’acqua non fosse molto calda, però credetemi: avessi avuto i pantaloncini corti invece dei jeans lunghi, una veloce camminata tra quelle acque me la sarei fatta pure io altroché! 

Proseguendo il mio itinerario, camminando un po’ lungo il fiume e un po’ seguendo la pista interna al parco, dopo aver passato uno spiazzo a mio avviso adattissimo per distendersi a prendere il sole sopra degli asciugamani, mi sono trovato di fronte ad una specie di piccolo capannone, di cui tuttora ignoro lo scopo, il quale collegava le due sponde tramite un cavo teso. Non so davvero a cosa serva.. forse è stato costruito per quella moltitudine di tedeschi che si divertono a fare gli equilibristi sulle corde (e credetemi questo sembra uno sport molto diffuso).

Ormai l’ora si era fatta avanzata e nonostante ci fosse ancora luce, ho preferito avviarmi verso casa (erano anche più di tre ore che camminavo senza sosta). Durante la strada del ritorno mi rendevo conto di non essere proprio solo, anche se le vite umane che ho visto si potevano contare sulle dita di una mano. No in realtà a farmi compagnia era un piccolo pennuto che a quanto pare apprezzava la mia compagnia. Andava avanti di qualche metro e poi improvvisamente aspettava che lo raggiungessi per poi proseguire il suo camminare alternato a piccoli balzi di volo. Una scena davvero simpatica, durata tutto il tragitto che mi ha riportato sulla strada principale; infatti appena raggiunta, come a volermi salutare, ha spiccato un balzo più lungo degli altri e si è appollaiato su un albero adiacente la strada.

La giornata di ieri è stata davvero qualcosa di rilassante, di unico.. un modo vero di ritrovare sè stessi e la pace dei sensi. Consiglio a tutti di provarlo in solitaria o in coppia con la propria girl/boyfriend, perchè davvero sono queste piccole cose che ricaricano le batterie!

Ok e anche questo articolo è andato! Spero sempre che vi sia piaciuto, anche se sto giro non era un resoconto divertente, ma una cosa assolutamente seria e importante, e io vi do appuntamento come al solito al prossimo articolo! CIAO FIOI!!!