La maledizione del corso fantasma

Ecco cosa vi avevo promesso nel blog precedente, ovvero non più tardi di 24 ore fa? “Non vi preoccupate però! Gli argomenti divertenti saranno la norma.” Vedete io sono un uomo di parola e non volente mi ritrovo costretto a raccontare una vicenda che oggi ha toccato il suo apice in tema di assurdità. Ordunque, signori miei, continua la parodia dei film dei pirati dei Caraibi: dopo “La maledizione del primo iphone” (https://alvisecavazzina.wordpress.com/2014/02/28/hannoverite-o-la-maledizione-del-primo-iphone/), oggi si passa al secondo film: “La maledizione del corso fantasma“. Una serie di eventi comici legati ad un corso inesistente, che mi instillano il dubbio di essere all’interno di una candid camera.. ma non voglio anticiparvi nulla, quindi mettevi comodi, spegnete le luci in sala e gustatevi questo nuovo articolo.

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Come ogni film che si rispetti bisogna innanzitutto fare un piccolo salto nel tempo, così tanto per introdurre bene l’argomento e far capire fin da subito che tipo di piega possano prendere gli avvenimenti futuri. Precisamente torniamo indietro di qualche settimana, ovvero al momento di decidere i vari corsi che avrei frequentato nel corso del semestre estivo, sempre qui a Gottingen ovviamente. Tra le varie opportunità, rigorosamente in lingua inglese, vi era questo corso: “Corporate development tutorial” cioè una collaborazione tra un’impresa e l’università. Non è un master e nemmeno uno stage, ma è solo una semplice collaborazione tra due enti per far meglio interagire gli studenti quando si troveranno nel mercato del lavoro. Figo vero? Finalmente qualcosa di pratico e non solo teorico.. è solo la punta dell’iceberg.

Ok guardo sul sito internet dell’università per potermi iscrivere al corso. Bene è già un passo avanti che esista e che non sia stato spostato al semestre invernale, come è successo per altre lezioni. Clicco su enroll yourself to this course…

Primo momento di smarrimento: impossibile iscriversi al corso. Oddio e mo che faccio? Ok mando una mail al prof chiedendogli delucidazioni sul come potermi iscrivere, visto che il sito non me lo permette. Tempo 5 minuti e arriva la risposta: Egregio Alvise bla, bla, bla.. provi a vedere ora se si può iscrivere. Così dal nulla, basta che io mandi una mail e mi si aprono le iscrizioni? Mmmm qualcosa mi puzza, anche perchè il prof nella sua mail sembrava anche molto contento di sapermi interessato al suo corso: il suo tono era decisamente troppo allegro.

Secondo momento di smarrimento: Riesco infine ad iscrivermi! O che gaudio! Che gioia! (beh neanche tanto, alla fine stiamo parlando di lezioni universitarie, mica di feste) Comunque mi sono iscritto e boh amen. Il giorno seguente sono curioso di vedere in quanti siamo a questo dannato corso, magari scopro che c’è qualcuno che conosco, pazzo quanto me, che ha deciso di seguirlo, per cui apro la finestra “partecipants” e…… nulla. Sono solo io e due professori. Ehmn cosa? cioè devo supporre davvero che il prof ha deciso di aprire le iscrizioni solo per me e solo perchè gli ho inviato una mail? Ma stiamo scherzando? E io che dovrei fare? Cioè se dovessi fare dei lavori di gruppo con chi sto in coppia? Con il prof (ma anche no se no fa fare a me tutto il lavoro e sarei sorvegliato costantemente peggio di un mafioso condannato all’ergastolo) o con me stesso (rileggete le parole tra parentesi, tanto il risultato non cambia). In quel momento ho davvero desiderato che almeno un’altra persona si aggiungesse, altrimenti avrei persino pagato qualcuno per venire con me!

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Tra il primo e il secondo tempo: Siamo arrivati a metà di questo film (o trip decidete voi) e come potete immaginare le portate forti stanno per arrivare! Finalmente, dopo un lungo periodo di pausa dalla fine degli esami del primo semestre, ricominciano le lezioni e anche il noioso tram tram quotidiano: svegliarsi, studiare, andare in mensa, andare a lezione e poi casa. Eheh queste cose succedono in Italia! In erasmus le cose sono fuori dalla normalità.. altrimenti che erasmus sarebbe?

Terzo momento di smarrimento: E’ giunta l’ora di andare in classe di Corporate development! Chissà cosa si dovrà fare.. magari guardare dei bilanci aziendali, assistere in prima persona a dei colloqui di assunzione o assistere ad un vertice del consiglio di amministrazione. Già.. chissà cosa si dovrà fare? A bo a due settimane dall’inizio delle lezioni, non l’ho ancora scoperto e il perchè? A quanto pare il corso o non esiste o il prof si è improvvisamente dato latitante o forse è finito davvero in galera come il mafioso citato prima. Insomma per dirlo in brevi parole entro in classe e ci sono forse meno di una decina di studenti seduti in aula che di persone ne può contenere almeno un centinaio. La lezione doveva iniziare alle 14.15.. aspetta, aspetta e aspetta intanto si fanno le 14.40 e il prof non si fa vivo, ma nel frattempo 2/3 degli studenti ha già abbandonato l’aula, stanchi di aspettare almeno una semplice apparizione o il fantasma di quello strano professore. A quel punto io faccio altrettanto: prendo le mie cose e mi allontano. Grazie di tutto, bella lezione davvero, ci vediamo la settimana prossima! Puntuali mi raccomando! Stessa ora stesso posto!

Quarto e ultimo momento di smarrimento: Siamo al gran finale, ovvero a circa due orette e mezzo fa! Questa mattina guardo nuovamente il posto e l’ora della lezione sul sito internet e controllo anche che non ci siano stati cambi improvvisi dell’ultimo minuto. No tutto regolare: ore 14.15 in zhg 008. Io, dopo quanto successo la settimana scorsa, per ulteriore sicurezza, guardo anche fuori dall’aula dove ci sono scritte le varie lezioni che si dovrebbero tenere là.. Ore 14.15 Corporate development tutorial. Bene sto giro sarà la volta buona? Entro in aula: azz che cambiamento! se la settimana prima si era una decina scarsa, sto giro abbiamo fatto il pieno! Una 50tina di persone affollano i banchi e tutti hanno già le slide pronte e stampate e chiacchierano animatamente tra loro.. in tedesco. Strano.. era scritto che questo corso è fatto per studenti erasmus, quindi come è possibile che siamo così in tanti e perchè tutti parlano tedesco e sembrano tutti dei tedeschi? Che fare? Volevo chiedere ad un ragazzo che avevo a fianco se questo era il corso giusto, ma cavolo ho controllato 2000 volte quindi sono arci sicuro e che figura faccio? Va beh aspetto e improvvisamente ecco il prof! O finalmente si è degnato di mostrarci la sua persona! Tiro fuori appunti, matita ecc pronto a iniziare, ma ecco che il mio sguardo si posa sulle slide che proietta il prof sulla lavagna luminosa.. scritte in tedesco.. la cosa è sempre più strana, però bo non è la prima volta che capita.. poteva essere che il corso prima fosse in tedesco e poi cambiato e messo in inglese, però forse il prof si era dimenticato di modificare la prima slide.

Altra cosa strana: il nome del prof sulle slide non corrisponde a quello che ho io. Che azz sta succedendo? Ma i miei timori prendono forma non appena il prof inizia a parlare. E costui parlava in tedesco. La consapevolezza di quello che stava accadendo mi cadde addosso come un macigno. La mia lezione era stata probabilmente sostituita e io ero l’unico a non saperne niente. In altre parole stavo seguendo una lezione che non solo non era la mia, ma era spiegata in una lingua di cui ancora oggi non capisco una mazza. La paura si installa in me e io non so che fare. Andarmene? Si è la mossa giusta e anche Bob l’aggiustatutto mi scrive di fare così, ma che figura faccio? La lezione era iniziata da 10 minuti e io non potevo andarmene, anche perchè se il prof mi chiedeva cosa stessi facendo (in tedesco) io che rispondevo? Ma se rimanevo là, oltre ad annoiarmi, che sarebbe successo se il prof mi rivolgeva una domanda? Uno non l’avrei capita, ma se anche ce l’avessi fatta io cosa rispondevo? No guardi ho sbagliato aula e sto seguendo una lezione a caso che tanto non ho nulla di meglio da fare? Alla fine mi faccio coraggio e più veloce di Craxi a scappare dall’Italia, io esco dall’aula.

Bene questo è il, lungo lo so perdonatemi, resoconto di quanto mi è successo con questo corso. Ci andrò anche la settimana prossima? Non credo, ma se anche dovessi, prima mando una mail al prof e poi chiedo ai colleghi in aula se quella è la lezione giusta, perchè va bene figure di merda ogni tanto, ma forse perseverare non è il caso.

Come al solito, spero che l’articolo odierno vi sia piaciuto e io come sempre vi do appuntamento al prossimo! CIAO FIOI!!

Momento serietà: luoghi di silenzio e pace interiore

Gentili lettori, bentrovati da Alvise Cavazzina, questo è Alvise Cavazzina per le cazzate. No dai non si può iniziare così un articolo.. questo genere di introduzioni le lascio volentieri al quel “simpaticone” di Andrea Diprè. Ho voluto cominciare in questo modo perchè ho ancora in testa gli innumerevoli video dell’avvocato e critico d’arte, che mi sono sparato qualche giorno fa, tra delle corse al bagno improvvise e attacchi di mal di gola, che mi hanno impedito di godermi appieno una serata in stile erasmus.

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Quello che voglio fare oggi è inaugurare una nuova rubrica, in realtà già affrontata ma a cui non avevo dato un nome, chiamata, come potete leggere dal titolo, “momento serietà“. Sarà facile individuare questa rubrica perchè l’immagine di copertina sarà questo bellissimo animale (non so di che genere) con lo sguardo abbastanza alterato, occhi gialli e cilindro stile Slash. Questa rubrica tratterà argomenti, per l’appunto, seri, quindi non ci saranno battute, giochi di parole e situazioni esilaranti, ma bensì temi sempre riguardanti il mio erasmus, ma di carattere molto più sobrio. Non vi preoccupate però! Gli argomenti divertenti saranno la norma, ma ogni tanto un pò di serietà non guasta.

Bene detto ciò cominciamo con la nuova rubrica! Vai con la sigla! (scusate è l’ultima battuta che faccio qui, ma non ho resistito alla tentazione! ASD). 

Chi ha guardato il mio profilo di facebook ieri sera si sarà accorto che ho aggiunto un nuovo album di foto chiamato “Unknown parks in Gottingen. Paradise lost..” (per chi non lo avesse ancora visto: https://www.facebook.com/alvise.cavazzina/media_set?set=a.10201975419288335.1073741844.1270830570&type=1). Queste nuove foto sono il frutto di un intero pomeriggio passato a camminare tra i tanti luoghi e parchi che non avevo ancora visto a Gottingen, poichè il tempo non era dei migliori per farsi delle lunghe passeggiate e assaporare tutta quella serie di emozioni davvero uniche che mi hanno fatto sentire davvero in pace con me stesso ed a stretto contatto con la natura.

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Camminando tra una zona e l’altra, con gli occhiali da sole e cuffie nelle orecchie, mi sono improvvisamente imbattuto in uno di quei posti che se lo cerchi intenzionalmente non lo troverai mai, ma che se vaghi completamente a caso e senza una meta precisa, è molto probabile che ti ci imbatterai. Non ho timore a dire che quello che mi si è presentato di fronte fosse qualcosa di simile al paradiso terrestre di Adamo ed Eva: un fiumiciattolo di nome “Leine”, che poi ho scoperto proseguire per km e km andando anche fuori Gottingen e tutto attorno una distesa enorme di verde, alberi, piante. Mi sembrava un sogno o meglio credevo di trovarmi nel film “Il gladiatore” quando Massimo ricorda le lunghe spighe di grano di casa sua e le tocca con le mani.. potevo io fare altrimenti con quei lunghi steli che avevo sotto gli occhi?

Ma la cosa più sorprendente era.. un silenzio quasi totale. Si perchè, tra le mie peregrinazioni, non mi ero neanche reso conto di essere andato in zone poco frequentate non solo dagli altri studenti erasmus, ma anche dagli stessi tedeschi. Alla vista di quel panorama non ho potuto non togliermi le cuffie ed ascoltare gli unici suoni che pervenivano alle mie orecchie: lo scrosciare lento e sicuro del fiume, il cinguettare degli uccelli, interrotto a volte da qualche starnazzare di un’anatra che nuotava lungo il corso d’acqua o da qualche calabrone che volteggiava tra uno stelo e l’altro e infine il vento leggero che mi accarezzava la pelle. Davvero non esistono parole, video o fotografie che possano descrivere appieno quel posto meraviglioso che mi pento di non aver scoperto prima!

Ma questo non era che l’inizio del mio viaggio in paradiso tedesco. Lungo tutto il fiume si poteva scegliere se seguire una specie di pista ciclabile messa all’interno del parco, anche se di bici e persone ne ho viste ben poche, oppure scendere di circa 2 metri e camminare proprio a ridosso del fiume, circondato da lunghi steli di piante. Il più del tempo l’ho trascorso seguendo questo secondo itinerario, molto più tranquillo e soprattutto baciato totalmente dal sole che riscaldava quella giornata di inizio maggio. 

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Sempre costeggiando il fiume, ad un certo punto mi sono imbattuto in una coppia di tedeschi che ben hanno pensato di passare da una sponda all’altra del fiume, approfittando del basso fondale presente in quel punto. Immagino che l’acqua non fosse molto calda, però credetemi: avessi avuto i pantaloncini corti invece dei jeans lunghi, una veloce camminata tra quelle acque me la sarei fatta pure io altroché! 

Proseguendo il mio itinerario, camminando un po’ lungo il fiume e un po’ seguendo la pista interna al parco, dopo aver passato uno spiazzo a mio avviso adattissimo per distendersi a prendere il sole sopra degli asciugamani, mi sono trovato di fronte ad una specie di piccolo capannone, di cui tuttora ignoro lo scopo, il quale collegava le due sponde tramite un cavo teso. Non so davvero a cosa serva.. forse è stato costruito per quella moltitudine di tedeschi che si divertono a fare gli equilibristi sulle corde (e credetemi questo sembra uno sport molto diffuso).

Ormai l’ora si era fatta avanzata e nonostante ci fosse ancora luce, ho preferito avviarmi verso casa (erano anche più di tre ore che camminavo senza sosta). Durante la strada del ritorno mi rendevo conto di non essere proprio solo, anche se le vite umane che ho visto si potevano contare sulle dita di una mano. No in realtà a farmi compagnia era un piccolo pennuto che a quanto pare apprezzava la mia compagnia. Andava avanti di qualche metro e poi improvvisamente aspettava che lo raggiungessi per poi proseguire il suo camminare alternato a piccoli balzi di volo. Una scena davvero simpatica, durata tutto il tragitto che mi ha riportato sulla strada principale; infatti appena raggiunta, come a volermi salutare, ha spiccato un balzo più lungo degli altri e si è appollaiato su un albero adiacente la strada.

La giornata di ieri è stata davvero qualcosa di rilassante, di unico.. un modo vero di ritrovare sè stessi e la pace dei sensi. Consiglio a tutti di provarlo in solitaria o in coppia con la propria girl/boyfriend, perchè davvero sono queste piccole cose che ricaricano le batterie!

Ok e anche questo articolo è andato! Spero sempre che vi sia piaciuto, anche se sto giro non era un resoconto divertente, ma una cosa assolutamente seria e importante, e io vi do appuntamento come al solito al prossimo articolo! CIAO FIOI!!!

L’acidità del referendum sul Veneto

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Vi dico già da subito che questo articolo sarà duro, molto duro.. anzi credo che “acido” sia la parola giusta. Si perchè non posso e non riesco a non esprimermi, a star zitto di fronte a quello che sta accadendo nella mia amata regione Veneto: il referendum sulla indipendenza e la costituzione di una Repubblica veneta. Cioè solo a dire queste parole mi scappa da un lato una risata, ma poi vedo su facebook quanti dei miei conterranei ci credano con tutto il cuore e ne fanno ampiamente pubblicità e allora mi chiedo se sono tutti quanti impazziti o sono solo io che non capisco questa immane cagata.

Mi preparo già agli insulti dei, mi pare ma non ci spero, numerosi adepti di questa nuova idea indipendentista, manco fossimo i Paesi Baschi in Spagna. Per carità io sono una persona democratica e rispetto chi ritiene che il Veneto debba diventare uno Stato a sè.. però ragazzi siamo seri, ma non vi sembra una barzelletta? Infatti, a proposito di barzellette, secondo me il primo ostacolo da superare sarà proprio quello di cambiarne l’incipit di molte di queste: “Allora ragazzi ci sono un tedesco, un italiano e un veneto..” ah ah ah ah ah.. a non è già finita la battuta? Scusate credevo fosse già finita.. 

Altro problema, secondo me non di poco conto, mi è sorto leggendo un post di un mio amico su fb, il quale chiedeva testualmente “cerco ripetizioni di dialetto veneto, non vorrei esser discriminato una volta che la Serenissima Repubblica otterrà l’indipendenza…” (cit. Giacomo Semenzato). Ragazzi non è mica un problema da poco quello della lingua! Conosco un sacco di gente, anche veneti qui in Germania, che non parlano il nostro dialetto e quindi in questo caso come facciamo?? Oddio non potremo lavorare per il Ministero dell’acqua alta o il Ministero della merdosa viabilità di Mestre. E nelle scuole? Mi immagino già i ragazzi alle superiori che dopo un’ ora di lingua inglese si lamentano dicendo: “No fioi che do cojoni.. ‘desso gavemo do ore de veneto e mi go appena el b un e non capisso ben quando i veci me parla..” E come si decide se un insegnante ha la capacità di insegnare il veneto a scuola? Cos’è si fa una prima prova scritta e se la passi devi fare la parte orale con degli esaminatori che vengono da Chioggia? Auguri a tutti i neo insegnati!

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Vogliamo trascurare il problema della moneta? Allora innanzitutto questo referendum ritengo sia stato organizzato da simpatizzanti leghisti (e io che speravo si fossero estinti dopo la perdita di Treviso) e quindi sappiamo bene che loro non appoggiano l’euro. Per cui immagino che vogliano cambiare moneta e quindi quale? La vecchia Lira? Mi sa di no.. ricorda troppo l’Italia vero? Allora torniamo alle origini, ovvero al Ducato! Cazzarola si dovranno cambiare tutti i distributori automatici di caffè e di sigarette! “Inserire 4 Ducati” Merda! O ‘more ti ga do Ducati interi? Parchè mi go vinti soldi d’argento e sta stronsa de macchina non mi i accetta miga!”                   Oppure ve li immaginate i politici in campagna elettorale? “Io vi prometto 50 Ducati in più a fine mese nella vostra busta paga!” Questo anche per ricordare che potete anche chiedere l’indipendenza, ma i politici saranno sempre gli stessi con gli stessi slogan, ma almeno ora sarebbero ancora più divertenti e buffoni di prima!

Appunto i politici. Ragazzi, ma davvero ritenete che basti chiedere l’indipendenza per cambiare le persone? L’indipendenza ha senso in casi particolari, come ad esempio una lingua diversa dallo Stato di appartenenza oppure modi e costumi diversi, ma io qui in Germania sto a stretto contatto con siciliani, sardi, romani, torinesi, novaresi ecc e vi posso assicurare che a parte le cadenze e gli accenti, siamo tutti esattamente identici. Che vi piaccia o no siamo Italiani da oltre 150 anni e vi posso assicurare che i politici della regione Veneto rubano esattamente quanti quelli piementesi, siciliani, sardi emiliani ecc. Quindi se credete che le cose cambino diventando uno stato a sè, davvero a sto punto mi faccio un mazzo così e vado ad abitare in Germania, perchè almeno qui i politici sono persone per lo più serie e competenti a nord come al sud e lo si può vedere ogni santo giorno in ogni parte di questo Paese. Ora voi mi direste “Ti piace tanto la Germania? E allora va’ e non scassarci i maroni!” Credetemi, dipendesse solo da me, chiederei il cambio di cittadinanza ORA.. quindi, ameno che i vostri nuovi politici veneti non concedano la possibilità di cambiare Stato senza alcun genere di problema burocratico, mi toccherà ritornare in Italia.. si ITALIA!! Perchè non voglio neanche pensare che la mia regione possa diventare qualcosa di diverso. Se poi i cittadini veneti saranno così rimbambiti, mi vergognerò di essere veneto e chiederò lo stato di apolide.

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In ultima analisi vorrei far notare una cosa. I leghisti e immagino chi voterà a favore di questa pagliacciata di referendum, è gente che si considera di destra o che si ritrova nei valori classici della destra. Vorrei farvi presente che per anni ci hanno fatto una testa così sul coraggio degli italiani e in particolare dei veneti, durante la prima guerra mondiale e nella vittoria sul Piave dopo la disfatta di Caporetto. Bene perchè solo in quel caso si è fieri di essere italiani? Per cosa sono morti poi migliaia di giovani soldati? Loro credevano in un ideale e quell’ideale si chiamava Italia e onore dell’Italia non del Veneto! Loro lottavano e morivano per amore dell’Italia, perchè credevano che il loro Paese fosse grande, finalmente unito sotto un’ unica bandiera dopo secoli di divisioni e conflitti interni. Davvero volete mandare a puttane il loro ricordo e il loro sacrificio per la patria solo per una questione di pura propaganda, credendo che isolarsi sia la soluzione giusta? Gli antichi romani che, permettetemi di dirlo, ne sapevano a pacchi di come si amministrava uno Stato, sapete cosa dicevano per conquistare un territorio? DIVIDE ET IMPERA. Si loro avevano capito bene che per vincere e dominare, bisognava dividere il nemico, isolarlo, perchè a volte è vero che l’unione fa la forza, ma i miei conterranei sembrano aver dimenticato tutto questo.

Io mi auguro che questo articolo NON sia piaciuto a tutte quelle persone che voteranno e che hanno già votato si a questo referendum. Io oggi sono stato molto duro, ma non voglio che si rovinino delle amicizie su questa questione, perchè davvero non ne vale la pena. Possiamo non essere d’accordo su questo tema, ma mi piacerebbe avere un confronto pacifico su questo tema al mio ritorno in Italia. Se non si trova un punto in comune, fa nulla io rimango della mia idea e tu della tua, però davvero io non ci tengo a togliere il saluto a queste persone, anche se mi sembra che stiano facendo un colossale stronzata. Io come la penso lo avrete capito, però un confronto pacifico è la cosa che più mi preme.

Bene oggi non vi saluto in dialetto perchè non sarebbe appropriato, ma vi do  lo stesso appuntamento al prossimo articolo! CIAO E W L’ITALIA!

CARNE FRESCA E PRIMAVERA TEDESCA, MA LE ABITUDINI NON CAMBIANO

L’ultima volta che ho scritto il blog ero dentro la mia camera, con le finestre ben chiuse e il riscaldamento acceso, anche se era impastato al minimo. Non sono passate neanche due settimane e la situazione sembra si sia ribaltata. In questo preciso momento mi trovo fuori dalla stanza con la sedia sul balcone, il sole splendente in faccia, in maniche corte (e se ce li avessi mi metterei anche in pantaloncini corti) e vari insetti che ogni tanto sembrano molto curiosi di vedere l’anteprima e la fase progettuale dell’articolo odierno. Non so come sia la situazione in Italia, ma se qui in Germania mi sto abbronzando e sudando, immagino che lì abbiate già acceso l’aria condizionata e se siete, invece, ancora con il riscaldamento acceso.. beh ecco un dei tanti motivi per cui in Germania si vive meglio che in Italia.

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Come ogni anno, anche se sto giro decisamente prima del previsto, ho rimesso dentro l’armadio il mio fantastico giubbotto bianco che, a quanto pare, è riuscito a far innervosire anche i miei colleghi di erasmus (vecchi e nuovi). Puff voi non potete capire cosa abbiamo passato io e il mio fidato Moncler e soprattutto non ne capite tutti i vantaggi: prima di tutto sono originale (nessuno, manco in Germania, ne ha uno uguale e voi penserete “e ci sarà un motivo!”) secondo, se andate di martedì al “baracuda”, non dovete diventare matti per ritrovarlo in mezzo a quell’ammasso di mille e più abiti che tutti lasciano nel “deposito”. Terzo tiene un bel calduccio e quarto, scusassero il lor signori, è un Moncler e quindi zitti e mosca.

Tralasciando la storia del giubbotto, di cui effettivamente potrei scrivere un articolo a parte, a quante pare questo caldo sembra abbia fatto rinascere tutti i tedeschi, perchè, se prima erano tutti chiusi in biblioteca, ora li vedi fuori al campus attrezzati come se fossero in spiaggia a Jesolo. A parte l’ombrellone e costume da bagno, sono distesi su degli asciugamani, alcuni anche a torso nudo, con tanto di stereo e casse sparati a mille con panini e birre appena comprati nella caffetteria, che per l’occasione sembra si sia tramutata nel classico chioschetto sulle rive del mare. Non parliamo poi dei weekend al lago situato a sud di Gottingen! Altro che spiaggia.. appena entrati, un forte odore di carne lasciata arrostire sui barbecue vi entrerà ben bene nelle narici, facendovi venire l’acquolina in bocca anche se avete pranzato cinque minuti prima. Potevano poi mancare i gelati? Ovvio che no. Il bar “Colosseum” in centro non penso abbia mai fatto così tanti soldi in Eiscreme come in questo periodo. A tra parentesi uno dei camerieri non solo è italiano, ma viene da Conegliano e mi raccontava quanto era bella Mestre… peccato che viva in Germania da 7 anni e che non sia più tornato in Italia.. beh almeno a lui è rimasto un bel ricordo della mia città.

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Rimanendo in tema di barbecue, ieri mi sono sentito, forse davvero per la prima volta, un vero tedesco. Si perchè alcuni studenti germanici, per festeggiare la fine dei loro esami (beati loro), hanno approfittato del sole per mettere ad arrostire un po’ di carne all’esterno di una delle case dello studentato di Gutembergstrasse. Beh nulla di male in questo, anche se ripeto è una delle prime volte in vita mia che mi capita di fare un barbecue il 12 marzo con tanto di occhiali da sole e magliettina. La cosa divertente, però, rimangono sempre e comunque i temi legati al fantastico mondo della birra. Ora, lo so, ne avrete le scatole piene di leggere articoli riguardanti l’alcool, però davvero ogni giorno succede qualcosa di nuovo e di assolutamente inaspettato che vale la pena di essere descritto e raccontato. Mi piacerebbe tantissimo se il mio blog venisse letto dalle nuove generazioni di erasmus a Gottingen, perchè veramente mi sembra di scrivere una guida all’alcool in questa città.. almeno saprebbero a cosa andrebbero incontro!                       Ve la faccio breve, lasciando a voi le considerazioni finali. 

Ad un cero punto della grigliata, quando ormai lo stomaco è pieno non solo di carne, uno dei padroni di casa decide di organizzare un gioco a squadre ad alto contenuto di birra. Ecco in cosa consiste: 2 squadre, una bottiglia di acqua tra le due, un’altra bottiglia di acqua che funge da palla e una birra per ciascun giocatore posta ai loro piedi. Vince la partita la squadra che per prima finisce la birra. Le regole: uno dei componenti lancia la bottiglia/palla e se colpisce l’altra bottiglia tutta la squadra deve bere, fino a che l’altra non rimette la bottiglia a posto nel mezzo e si impossessa della palla. Potete ben comprendere che nel giro di 10 minuti una persona si beve mezzo litro di birra.

Bene e dopo questa ultima chicca tedesca, che voglio assolutamente replicare al Marina di Venezia a Jesolo con tanto di mega sfida Germania vs Italia, io vi saluto e vi do appuntamento al prossimo articolo! CIAO FIOI!

Hannoverite o “La maledizione del primo Iphone”

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E dopo un secolo e mezzo rieccomi qui tra voi a spargere il Verbo dell’ erasmus tedesco. Lo so lo so doveva esserci lo speciale sul capodanno a Berlino, ma che cavolo sono passati tre mesi e poi davvero non sapevo come scrivere tutti gli avvenimenti. Quindi attaccatevi (al tram o a qualcos’altro, a seconda delle preferenze) e vedrò di raccontarvi a voce quello che mi è successo al mio ritorno in Italia, ovvero dal 5 aprile.

Detto ciò, come avrete avuto modo di leggere su Facebook, sono rimasto senza telefono e quindi senza whatsapp per un lungo periodo. Il blog di oggi serve appunto per descrivere tutta quella serie di disgrazie avvenute in quelle 3 settimane e passa, che mi hanno impedito di mettere, o di provare a mettere a posto, il simpatico “Melafonino” che tutti noi amiamo e che io ho cominciato ad odiare, tanto per fare sempre il diverso.

SFIGHE E ANNUSATE 

Come si sa, le disgrazie o per lo meno le cose negative, sono sempre preannunciate da segnali inquietanti volti a romperti le “uova” per bene. Quando questi avvisi, però, partono dal cellulare che hai comprato 8 mesi prima in uno Stato che non è quello attuale, capisci che la fortuna te la sta facendo annusare per bene per poi non dartela all’ ultimo minuto.

Sfiga n.1: Ecco il primo indizio arriva un pomeriggio/sera, mentre l’Iphone si sta tranquillamente ricaricando alla presa di casa. Ad un certo punto ecco che inizia a dare segni di pazzia tramite un bella immagine del cartello di pericolo stradale giallo e la frase che potete notare nell’immagine sottostante.

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Vabbè che pensare in un primo momento? Io credevo che fosse il caricabatterie (preso anch’esso a giugno) che ha deciso di rovinarsi proprio nell’istante giusto grazie al solito problema dei contatti contenuti in quei dannatissimi fili bianchi. Basterà sostituire il pezzo e tutto sarà risolto!

Sfiga n.2: Nella mia residenza tedesca non ho un pezzo di ricambio: ho tutti i prodotti della Apple, ma non ho un caricabatterie di riserva per i casi di emergenza.

D’accordo la batteria è mezza piena e posso tirare a campare per qualche ora e nel frattempo chiedo aiuto ai colleghi erasmus sperando che almeno uno di loro abbia un pezzo di scorta.

Annusata n.1: che botta di culo! Una di loro ha proprio quello che mi serve ed è disposta ad imprestarmelo per un breve periodo, fino a che non ne compro uno nuovo. Ok sono pronto, la notte gottingese mi attende e, tanto per cambiare, c’è una festa in uno studentato nel quale posso ricaricare quel dannato telefono prima che mi muoia definitivamente.

Sfiga n.3: Come potete immaginare provo a metterlo sotto carica, fiducioso che tutto andrà per il meglio e per l’appunto il problema non si risolve e quella scritta continua a voler fare di tutto per rovinarmi la serata.

Annusata n.2: Nonostante tutto non mi sono preoccupato più di tanto perchè qui a Gottingen c’è un posto simile ad un apple store, dove poter avere delucidazioni sul problema e mal che vada un mio collega, che sa destreggiarsi nel sito della Apple, mi ha detto che c’è un negozio che ripara gli Iphone ad Hannover, quindi ad un’ oretta di treno da qui.

Sfiga n.4: Tralasciando il fatto che questo imprevisto è avvenuto di sabato sera e che i negozi non sono aperti la domenica, ho dovuto attendere per l’appunto il lunedì successivo. Solitamente i negozi aprono alle 9/9.30, ma a quanto pare a Gottingen se la prendono comoda e aprono alle 10 passate, per cui io, che mi era presentato al negozio attorno alle 9, mi sono ritrovato nella scelta tra l’aspettare tipo mezz’ora come uno scemo, oppure andare nel dopopranzo che è appunto quello che ho fatto.

Annusata n.3 e Sfiga n.5: Mi presento dopo pranzo e almeno adesso il negozio è aperto e incredibilmente almeno uno dei due commessi parla uno straccio di lingua inglese e quindi posso provare a spiegare il problema. Peccato che io ne sapessi più di loro in fatto di Iphone, infatti la loro diagnosi è stata: è entrata acqua nel cellulare e noi non possiamo fare nulla per aiutarti, ma non disperare ti do questo numero che puoi tranquillamente chiamare e cercare di risolvere il problema. Ma se il telefono non si carica e non si accende con cosa chiamo? Mistero della fede.

LA HANNOVERITE

Continuando con la serie di sfighe, a questo punto entra in scena la più terrificante di tutte, quella che mi ha torturato e tormentato per settimane: i continui viaggi su e giù da Gottingen ad Hannover che, oltre ad avermi fatto odiare una città ha formato in me la convinzione che la Germania intera, specialmente Hannover e la Apple mi odino.

Viaggio n.1: preso dalla disperazione e con la impossibilità di poter contattare il mondo esterno se non tramite Fb sul pc, ho convinto Riccardo, il mio “Bob l’aggiustatutto” di fiducia, ad accompagnarmi in questa avventura sempre più incredibile, che neanche a ‎Lewis Carroll sarebbe venuto in mente di inserire nel suo “Alice nel paese delle meraviglie”. Primo punto all’ordine del giorno: trovare ovviamente il luogo dove si riparano i telefoni. Roba facile? Non più di tanto, ma non perchè il posto fosse lontano dalla stazione, ma perchè di possibili posti ne erano indicati 3! Ok andiamo nel primo, peccato che arrivati al luogo si scopre che il negozio non esiste, ma che è frutto dell’immaginazione di google maps. Va bene calma, andiamo al secondo. Questo, fortunatamente, esiste e dentro si può parlare inglese, ma rispetto ai loro omologhi a Gottingen, i commessi qui sembrano un po’ più svegli e competenti, infatti, dopo un check up completo al cellulare, mi dicono che il problema era un po’ di sporco. Me lo hanno pulito e per sicurezza ho comprato un caricabatterie nuovo, perchè quello vecchio, avevo scoperto, non caricava neppure l’ipod, con la garanzia che tutto si sarebbe risolto.

Ritorno a casa e metto sotto carica il telefono. Ehi sembra che si carichi! Nessuna scritta strana, tutto sembra funzionare alla grande, ma ancora non si accende. Ma nessun problema: mi avevano avvertito che ci sarebbe voluto un po’ di tempo e quindi non mi preoccupo. Ad un certo punto lo schermo si illumina e compare il logo della Apple. Credo di aver fatto l’aola da solo e a stento mi sono trattenuto dal gridare come mio fratello quando segna il Milan. Felicità di breve durata, perchè 10 secondi dopo si spegne completamente e da lì non si schioda. AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!! (non servono parole).

Viaggio n.2: E via di nuovo ad Hannover, sempre con Bob, ma questa volta cambiamo meta e andiamo verso il terzo negozio, quello che avevamo scartato la prima volta. Tipo mezz’ora per trovarlo e quando lo vediamo… beh non era semplicemente chiuso, era completamente circondato da lavori in corso!! e per sicurezza, tanto per farti capire che non hai nessuna speranza di entrare, i lavori avevano inglobato anche gli edifici circostanti. Grazie tante!! Ok allora torniamo al negozio dell’altra volta (a si non vi ho detto che questo si trova dentro un centro commerciale) e appena arrivati notiamo la Polizei che ha bloccato, fatalità, l’ingresso del negozio. Che sarà successo? Entriamo da un’altra porta e scopriamo che….. UNA SIGNORA SI E’ SUICIDATA BUTTANDOSI DAI PIANI SUPERIORI! No dai e chi sono io? La signora Fletcher (toccatevi le parti basse o le tette). Non vi descrivo il momento in cui hanno messo il cadavere dentro il sacco nero e trasportato in una barella, ma vi dico che la signora è caduta proprio nel mezzo del negozio dei telefoni e quello di vestiti, ma secondo voi quale dei due viene chiuso e quale è rimasto aperto, come se nulla fosse accaduto?

Viaggio n.3: Dopo pianti, vaffanculi al mondo intero e chissà che altro ci riprovo per la terza e ultima volta ad andare in quella città di cui non voglio più sentire parlare, ma questa volta Bob ha capito l’andazzo e col cazzo che mi riaccompagna, perchè come minimo rischia di rompersi una gamba. In compenso ho trovato gente disposta a rischiare: Mattia e la Vale. Stesso negozio, ma stavolta niente polizei e sembra andare tutto bene. Peccato che quei simpaticoni non possono riparare il telefono gratis, nonostante abbia la garanzia, perchè non sono un vero e proprio Apple store e l’unico posto vicino si trova ad Amburgo, ovvero a 4 ore di treno da Gottingen!! Grazie tante Apple ti mando gentilmente a fanculo con tutto il cuore e mi compro un telefono della famosissima marca “Huawei” con la speranza che mi duri almeno un mese.

Spero che almeno a voi questo articolo vi abbia fatto ridere, perchè a me questa esperienza ha fatto decisamente incazzare, e ci vediamo al prossimo articolo!

Sky trip… without snow!

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Ok chiedo scudo, come diceva il buon Luca Giurato, di non aver più scritto nulla su questo blog. Avrei dovuto raccontare della mia esperienza a Berlino, ma in quella occasione sono successe talmente tante situazioni assurde che non sapevo neanche da che parte iniziare. O meglio l’inizio era pronto, ma per il modo in cui io scrivo il blog, ovvero raccontando tutto per filo e per segno, mi sono reso conto che sarebbe stato impossibile trasmettervi tutto ciò che ho provato in poche righe. In sintesi: sarebbe venuto fuori un articolo talmente lungo ed estenuante, che come minimo vi sareste suicidati a metà! Ad ogni modo vi racconterò cos’è successo in quei 4 giorni, ma lo farò in un modo diverso da come vi siete abituati a leggere.. deciderete poi voi se questo nuovo sistema vi piace oppure no.

Questo per quanto riguarda lo speciale “Capodanno a Berlino”, ma quello di cui oggi voglio raccontarvi è  una gita/avventura di qualche giorno fa, ovvero quella che doveva essere un paio di giorni in montagna a sciare, che poi puntualmente si è tramutata in qualcos’altro apposta per l’assenza di neve! Azz direte voi! Sei in Germania in inverno, dove come minimo dovrebbe nevicare ogni singolo giorno e ci vieni a dire che non c’è neve? Anzi in Italia fa un freddo cane e nevica che Dio la manda, tanto da chiudere gli impianti sciistici per la presenza di troppa neve e in Germania sembra che sia già arrivata la primavera? Ebbene sembra una barzelletta, ma invece è proprio così! Vai in Germania, mi dicevano, che c’è freddo! Scappa dalla calura italiana e vai al fresco (e non intendo la galera!)

Ad ogni modo ecco tutta la serie di avventure che sono capitate in una cosa come le vacanze alternative invernali di Fantozzi (http://www.youtube.com/watch?v=xhwbZagTtzY) e credetemi mai un paragone fu così appropriato!!!

MAAA…. LA GUIDA?

Il giorno prima della partenza era arrivata una mail che ricordava di trovarsi alla stazione di Gottingen all’ora x per poi prendere il treno al binario 7. Bene tralasciando il fatto che la mail era arrivata solo a me, quando in teoria sarebbe dovuta arrivare a tutti i partecipanti, ci accorgiamo fin da subito che orario di arrivo del treno ed effettivo binario non erano molto d’accordo con quello che ci avevano scritto nella mail. Capirai penserete voi, ma vi ricordo che io non sto in Italia, dove è un miracolo se i treni arrivano sul binario programmato e non te lo cambiano 5 secondi prima dell’arrivo!

Vabbè dai, alla fin fine questo non è stato un problema, tranne per il fatto che siamo andati in avanscoperta per capire se quello era il treno giusto oppure no, quindi due scale fatte inutilmente. Il fatto assurdo ha riguardato la “presenza” di qualcuno dei responsabili della gita: uno solo, ma anche se non ci fosse stato non sarebbe cambiato nulla, anzi se avessimo organizzato noi tutta la gita sarebbe stato decisamente meglio! Nonostante l’errore di binario ci dirigiamo verso quello segnato dal tabellone luminoso degli orari ed effettivamente per quel treno c’era scritto che andava a “Bad Sachsa”, per cui saliamo e nel giro di 40 secondi la nostra “guida” ci intima di uscire perchè secondo lui il treno non era quello giusto (tra l’altro autosmentendo quello scritto sulla mail). Ok cambiamo binario e aspettiamo il prossimo: arriva e saliamo.. tutti tranne la guida! Si perchè il simpaticone ci dice che lui non sarebbe venuto con noi e che ci dovevamo arrangiare!! Ma che cazz dici? Ma di che dovevamo preoccuparci? Se ci fossero stati problemi avremo potuto chiamarlo al cellulare! SEEEEE con l’organizzazione, anche mentale, di quel ragazzo, se provavamo a chiamarlo per assistenza, come minimo ci spediva in Spagna! A tra l’altro il primissimo treno su cui eravamo saliti era quello giusto! Che organizzazione di BEEEEP!

NEVE NO, SPUMANTE SI    

 

Dopo un ora di viaggio in treno, secondo voi, il nostro ostello era vicino alla stazione per evitare di farci il viaggio a piedi con le valige? Se la risposta è no, sempre secondo voi, la super organizzazione aveva pensato di farci prendere un autobus per arrivare? Ovviamente NO. E via a piedi per 3 km con le valige, immersi nell’oscurità tedesca in un paesino composto da una ventina di case in totale! Porca miseria sembrava di essere nei più classici film horror, dove il gruppo di amici va in vacanza e in un modo o nell’altro vengono tutti fatti fuori nelle maniere più strane e incredibili!

Vabbè arriviamo in ostello, per scoprire che noi siamo gli unici clienti (e te credo senza neve chi casso vusto che vada?) E visto che eravamo solo noi, l’altra guida che ci aspettava alla stazione di Bad Sachsa, come dire al peggio non c’è mai limite, decide giustamente di festeggiare la nostra coraggiosa scelta di presenza con, ovviamente, una bella bevuta! Ora sono stanco io e sarete stanchi voi di leggere articoli a base di alcool, però cavoli non è colpa mia se in questo Paese si beve e basta! Anzi si bevesse con moderazione dico ok ci sta, ma qui o si da la possibilità di bere come dannati o nulla! Porca vacca scopriamo che Martin, la guida, aveva TUTTO il bagagliaio della macchina stracolmo di bottiglie di spumante! Non aveva neanche la scusa del freddo per dire che voleva solo riscaldarsi, perchè il freddo era l’unica cosa per cui eravamo venuti e che ovviamente era l’unica cosa che mancava! Bene potete immaginare come sia andata a finire.. con Martin ubriaco che ci porta a giocare a bowling facendoci sbagliare strada e stando attenti che non si facesse investire da un auto.. e quello aveva la nostra responsabilità? A posto ciò..

VAKANZE ALTERNATIFE JA!    

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Come in Fantozzi abbiamo dovuto inventarci qualcos’altro da fare in assenza di neve e se voi andate in montagna d’estate qual’è l’unica cosa che si può fare? Camminata ovviamente. Ecco anche noi l’abbiamo fatta, ma ragazzi che giro! in totale 24 km su e giù per i monti al seguito di Martin che per l’occasione si era vestito da Sergente dell’esercito tedesco, con tanto di cappellino e indumenti militari (W la sbornia del giorno dopo). Il nostro bravo tenente ci disse che la nostra meta era un rifugio sul cocuzzolo della montagna: ora fissatevi nella mente un rifugio qualsiasi, fatto? (cit. Muciaccia) Bene scommetto che una capannina di 2 mq completamente diroccata, senza porte e con il freddo che penetra senza problemi, non era proprio quello che avevate in mente vero?Immagine

Ringraziamo il cielo che faceva relativamente caldo e che quindi non è stato troppo traumatico mangiare i panini che fortunatamente ci eravamo preparati e portati via per le emergenze!

Tornati indietro il nostro capitano di brigata ci disse che attaccato al bowling della sera precedente si trovava una bella piscina con tanto di scivoli.. ragazzi almeno questo lo aveva azzeccato! La piscina era anche abbastanza figa, con scivolo stile Aqualandia di Jesolo, vasche idromassaggio e sauna. Tutto bello tranne che ovviamente dobbiamo far vedere che siamo i classici italiani e in barba ad ogni regola sullo scivolo abbiamo fatto il classico “trenino” beccandoci poi la disapprovazione del bagnino.

Il nostro terzo e ultimo giorno si conclude con una bella mattinata alla pista di pattinaggio sul ghiaccio, iniziata con tanto di balli di gruppo per strada mentre camminavamo e davanti alla piscina, sotto gli occhi di bagnanti che non capiva se eravamo animatori appena assunti dal complesso sportivo o semplicemente ragazzi idioti, che la mancanza di neve aveva fatto impazzire completamente.

Vi risparmio i dettagli della mia disastrosa e divertente esperienza sui pattini, perchè davvero non esistono parole per esprimere la mia goffaggine.. vi basti sapere che abbiamo fatto un “ruba bandiera” e la mia prestazione ha divertito talmente tanto l’uomo chiamato a farci da arbitro, che ha deciso di continuare a ridere un altro po’ con il suo compare, chiamandomi immediatamente dopo.. che caro ragazzo!

Bene ragazzuoli la descrizione della vacanza sciistica termina qui. Mi scuso ancora per la mia assenza dal blog, ma spero di essermi rifatto con questo articolo e vi do appuntamento per lo speciale (minchia che veloce che sono a scrivere) capodanno a Berlino!

A dimenticavo.. se pensate che stare insieme a della gente che usa il tedesco per comunicare mi abbia aiutato a imparare meglio questa lingua assurda, bene in realtà ho imparato meglio lo spagnolo (chiusa parentesi).

 

Inflessibilità e follia

Mancano esattamente 7 giorni al mio, seppur breve, ritorno nella mia Patria italiana. In questi, quasi, tre mesi di vita erasmus in una cittadina tedesca come Gottingen, credo di aver capito la mentalità tedesca, seppur non nel suo complesso, al quale spero di arrivarci alla fine del mio soggiorno, ovvero tra luglio e agosto.

Ritengo che la maggior parte delle mie credenze e idee sulla Germania abbiano avuto la dovuta conferma, ma altre sono davvero state qualcosa di inaspettato. Si i tedeschi sono davvero molto più avanti rispetto a noi italiani in tantissimi settori, quello universitario in primis. Hanno capito che l’unica chiave del successo economico, scientifico e sociale risiede nell’efficiente sistema di istruzione che hanno portato avanti in modo incredibile dalla riunificazione della Germania. Per quanto abbia studiato il sistema tedesco, mi sembra ancora straordinario il fatto che la Germania sia passata, nel giro di circa 40 anni, da ultimissima nazione d’Europa a leader mondiale, a potenza economica da far invidia a quella tanto decantata americana, vincitrice dei conflitti più importanti.

Chi mai, tra quelli come i miei genitori, avrebbero pensato negli anni ’60 e ’70, che la Germania non solo si sarebbe risollevata, che avrebbe potuto rialzare la testa, ma che sarebbe diventata un esempio di efficienza tale da attrarre le più importanti menti del mondo? Credo nessuno. America e Unione Sovietica avevano distrutto una nazione, un popolo, un’ intera economia, ma ora, da circa 15 anni, le cose si sono ribaltate totalmente e ora è la Germania che comanda.

Ritengo che i tedeschi si siano sempre sentiti (e anche tuttora) migliori delle altre popolazioni. Non è un caso che Hitler abbia preso il potere, perchè egli incarnava esattamente lo spirito tedesco, la loro volontà di estendere il loro modo di pensare e di vedere le cose a tutto il mondo. Perchè fallì nell’impresa? Aveva usato decisamente i sistemi sbagliati per affermare ciò a cui la maggior parte dei tedeschi crede sinceramente. Ma all’epoca, a parte la guerra, non esistevano altri metodi di conquista, ma oggi le cose sono molto diverse e il mondo si è ribaltato.

Dopo le innumerevoli vittorie militari, l’America ritenne che la via militare, unita alle conquiste economiche, fosse l’unica soluzione per dominare il pianeta e mentre gli USA, la Francia, l’Inghilterra e anche l’Italia, nel suo piccolo, spendevano i soldi ottenuti dalla fine della guerra nei modi più insani di cui oggi ben conosciamo gli effetti, la Germania attendeva. Avendo perso tutto, l’unica cosa che potevano fare era cercare di rimettersi in sesto, con innumerevoli sacrifici, non solo economici ma anche perdendo la vita (vedi i morti sul muro di Berlino). E ora ecco che tutti questi sacrifici vengono ben più che ripagati e adesso, che lo si voglia o no, la Germania di oggi ha fatto quello che Hitler non è riuscito a fare 70 anni fa.. dominare l’Europa. E’ proprio vero: i tedeschi sono davvero duri e testardi e bisogna ammettere che quando hanno in mente qualcosa, li puoi distruggere in più modi e in più tempi, ma alla fine il risultato lo raggiungono sempre.

Bene e dopo questa riflessione storica, che ci tenevo a fare per far capire a tutti il perchè del mio amore e della mia innata stima per questo Paese, arriviamo a qualcosa di più divertente dai (diciamo che gli articoli comici interessano di più e fanno ridere pure me mentre li scrivo).

Ho già descritto ampiamente sul bere in Germania e di come gli stessi tedeschi siano fissati su questo punto, ma davvero negli ultimi due giorni si sono raggiunti livelli di follia allucinante, che in Italien mai mi aspetterei di vedere!

 D’accordo siamo a Natale, fuori bene o male comincia a fare freschetto e bisogna trovare modi sempre più originali per bere e quindi scaldarsi.. ma così è troppo! Davvero non so se è la mia insegnante di tedesco ad essere un’ alcolizzata o sono io che non mi sono ancora ambientato (e lo ve lo dice un veneto!) Che è successo? Semplicemente due giorni fa ho dovuto sostenere il mio secondo test di tedesco (10 pagine di esercizi nel giro di un’ora e poco più) e secondo voi qual’è il modo migliore di rilassarsi nella mentalità tedesca? Bere alcolici ovviamente! Sono rimasto davvero stupito, anzi credo che la parola giusta sia “balbo”. Ero lì sul banco ad attendere questo “grosse test” e improvvisamente vedo la professoressa che consegna dei bicchieri di plastica (quelli che i tedeschi usano per metterci quell’odiatissimo caffè che sembra acqua sporca). Pensai: va beh magari vuole darci del succo di frutta, tipo “Orangensaft” per dire, così tanto per distendere i nervi e rinfrescarci mentre si cerca di ricordare tutti i stramaledettissimi articoli e plurali di ogni cavolo di singola parola. E invece no. Dal nulla compare una bottiglia dall’aria molto.. MOLTO sospetta. A prima vista non ci si faceva caso, certo non era la classica bottiglia di succo di frutta, ma i tedeschi non sono molto fantasiosi con le immagini e quindi lasci perdere, ma la realtà arriva inesorabile dall’ olfatto. Un odore di whisky pesante invade dapprima il mio naso, per poi passare al cervello e quindi al mio stomaco.

Allora dovete immaginare come mi sia sentito in quel momento: a parte che erano le 6 del pomeriggio, quindi a stomaco vuoto, ma come si fa prima di un test a consegnare crema di whisky a degli studenti?? Va bene è vero che l’alcool ti fa parlare anche in cinese con tanto di inflessioni dialettali, ma davvero così è troppo! 

Superato il primo shock iniziale, mi rivolgo al mio collega di corso, italiano fatalità, e gli chiedo, perchè pensavo di aver avuto un trauma celebrale: “Ma che è sta roba?” Lui, che ormai lavora in Germania da un anno, con l’aria di uno che vede la cosa come assolutamente normale, mi risponde: “Crema di whisky! Bevi bevi che è buonissimo!” Va bene, non metto in dubbio che sia buono, ma rimango balbo uguale. Per non farci mancare nulla mettiamoci pure una spruzzata di cannella, tanto per non far raggiungere subito l’alcool in testa e piano piano comincio a bere, mentre 10 fogli di test si piazzano al mio cospetto.

Non so come sia andato il test, non so neanche se saprò mai i risultati, ma sta di fatto che tra mille imprecazioni perchè non ricordavo il genere di molte parole, consegno il test, saluto la prof e mi allontano, faccio le scale e me ne torno in appartamento. La cosa più difficile del mondo! Faccio tutta la strada mezzo barcollando scrivendo pure messaggi su whatsapp, di cui ringrazio il correttore automatico perchè non azzeccavo una lettera sulla tastiera neanche per sbaglio. Arrivo mezzo spolpo a casa e mi dico: “Alvise devi farti da mangiare perchè se no non arrivi alle 22 che c’è serata al baracuda!” Ma che fare da mangiare? Pasta neanche a parlarne perchè non avevo la forza e la lucidità di mettere a scaldare l’acqua e di aspettare che si cucini una pasta! Che rimane? Kartoffeln salat naturalmente (più qualche panino di fortuna). 

Finita la cena, tornai in camera e mi misi a cazzeggiare col pc, ma a poco a poco sentivo che le forze mi abbandonavano e il sonno si impadroniva del mio corpo. In sintesi alle 21 mi ritrovo a russare. Ore 22 e qualche minuto suona il campanello: Riki, la Vale e la Barbara sono venuti a prendermi per andare al baracuda (ignari di tutto ovviamente). Per 3 quarti rincoglionito cerco di vestirmi e prepararmi nel modo più decente possibile ed esco. Non so neanche come li ho salutati, ma dalle loro espressioni ho dedotto che non dovevo avere una bella cera, infatti mi chiedono che è successo e io racconto. Tempo di arrivare nel posto e mi fanno notare che ho degli occhi talmente rossi che sembrava mi fossi sparato un cannone degno dei migliori fattoni di Amsterdam. Per quella sera non ho osato neppure prendere una birra, anzi imploravo per dell’acqua normale, che ovviamente non ho ordinato! (si provateci voi a chiedere dell’acqua in un pub in Germania e vediamo cosa vi rispondono!)

In conclusione questa è la Germania: un posto dove tutto funziona nel modo più efficiente possibile, dove la ricchezza abbonda e tutto è perfetto, ma che poi tutto si risolve allegramente in grandi bevute all’interno della stessa università (per non parlare poi del Glühwein venduto ad un euro all’interno del teatro nel pieno del concerto di natale!)

Ora vi lascio che tra poco ho un’ altra lezione di tedesco e con la paura di scoprire se oggi la prof ci darà della vodka liscia, spero che anche questo articolo vi piaccia e ci rivediamo in Italia tra esattamente 7 giorni per mangiare cibo davvero italiano, bere spritz e prosecchi!! 

Ciao fioi a presto!!!!

Una nota.. di colore

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Apro questa breve parentesi sulle mie avventure a Gottingen (neanche tanto come vedrete) per due motivi: primo, perchè voglio spiegare anche alle persone che ho conosciuto qui in Germania, la storia di “Samir”. Secondo perchè, per chi conosce già tutto del mio soprannome, ci sono novità molto interessanti di cui parlerò verso la fine. Onde per cui (vibratori per gay), questi ultimi possono passare, se lo desiderano, direttamente al punto “LE ULTIME NOVITÀ’ TEDESCHE”, per gli altri.. beh preparatevi.

IN ORIGINE FU

Prima di avventurarmi sulla storia in sé del mio soprannome, vorrei prima raccontare alcuni antefatti precedenti, senza dei quali non si può capire che cosa ha portato al “Samir”.                                                                                                                                           Come penso tutti abbiano avuto modo di notare, e di farmelo notare nel caso non me ne fossi mai accorto, i mie tratti somatici non sono, diciamo, molto tedeschi, o almeno del nord. Non ho motivo di negare che in effetti sembro una persona appena sbarcata a Lampedusa con il classico barcone e in tutti questi anni ne ho davvero sentite di tutti i colori (nero soprattutto).

Estate 2005: a quell’epoca ero un quindicenne che girava per l’Europa con i genitori e amici, insieme alla nostra cara e vecchia roulotte, e in quel momento ci si trovava nel sud della Francia, destinazione Spagna. In uno dei tanti paesini stile medioevale ero lì bello pacifico, con tanto di macchina fotografica appesa al collo, che camminavo e parlavo con un mio amico. Ad un certo punto la mia attenzione si posa su una cara vecchietta, ferma sull’uscio di una porta che dal nulla mi fa segno di avvicinarmi a lei. Penso “Ma  che vuole sta vecia?” e ovviamente non le do retta, ma questa continua a guardarmi e farmi segno di andare con lei. Io a questo punto le faccio capire che no, non sono interessato alla offerta: uno perchè sei una vecchia infame, due, perchè se stava cercando di fare una pubblicità al bordello locale, lo stava facendo decisamente nel modo sbagliato e io non sono interessato alle GILF!         Ma quella non era la vecchia titolare del bordello… era la padrona di un OSPIZIO!! Immagino che vedendomi parlare con il mio amico avrà pensato che lo stessi importunando chiedendogli l’elemosina, ma NO!!!

Natale 2007: Che bello il Natale! Le luci, gli alberi, i panettoni, il presepe, sono tutti sono più buoni! Tutti.. tranne una persona che, a quanto pare, aveva scambiato quel sacro giorno per carnevale, dove ogni scherzo vale. Quella persona era (rullo di tamburi) il mio caro e simpatico parroco Don Pace (già il nome è tutto un programma), il quale, dopo la fine della messa natalizia, corre come un leopardo davanti la porta della chiesa per stringere la mano ai cari fedeli. Nulla di male in questo, se non fosse che in quell’occasione, dopo aver stretto la mano ad una 50tina di persone prima di me, mi guarda e sorridendo mi fa: “Auguri a te, ANCHE SE NON SEI VENETO!”. Cioè, dovete capire che il prete lo conosco da illo tempore e lo sapeva bene chi ero, ma allora perchè azz mi dici questo?? Io mi scuso con i siciliani che magari stanno leggendo questo articolo, ma porco cane io sono mestrino, non palermitano! Pure i preti leghisti mi tocca sopportare!

Mestre 2010: Si sa le vecchie si assomigliano un po’ tutte, non ci sono differenze neanche se si trovano in altri stati e così, dopo la titolare in Francia, anche un’altra vecchiaccia italiana, ha pensato bene di farmi notare il mio colore della pelle. Ero fuori da un centro commerciale a Mestre che aspettavo un mio amico e improvvisamente si avvicina questa anziana signora. Con molta cortesia mi chiede le indicazioni per arrivare in un certo posto e io, naturalmente, cerco di aiutarla dandole tutte le informazioni necessarie. Alla fine, senza abbandonare quell’aria di cortesia, mi dice: “Però, PARLI BENE L’ITALIANO!” AHHHHHHH Signora!!! Dopo che sono stato anche cortese, mi vieni a dire che parlo bene l’italiano? A remengo, la prossima vecchia che mi chiede le indicazioni mi invento qualche parola araba e poi le rubo il portafoglio con la pensione appena ritirata! Almeno adesso avrà un motivo per giudicarmi un extracomunitario. 

Università di Padova 2011: Finalmente approdato nel mondo universitario, dove tutti sono colti e aperti all’innovazione, nessuno avrà osato giudicarmi.. see come no! Al termine di una lezione, non ricordo per quale motivo, il professore chiede: “c’è qualcuno che non è del Veneto?” Nessuno alza la mano, tranne un mio collega che effettivamente è di Brescia, ma il professore guarda me e mi chiede: “LEI E’ DAVVERO SICURO DI ESSERE VENETO?” Ancora? E basta!! Ho capito non sembrerò veneto, ma non serve che facciate tutti i leghisti!!

Strade di Padova 2012: L’università non mi ha dato soddisfazione, anche lì ho trovato i leghisti e allora basta, cammino per le strade di Padova, magari lì sarò al sicuro da commenti! Potete immaginare come sia finita… Passeggio tranquillamente per tornare a casa e incrocio un carabiniere accompagnato da due militari. Io li guardo come ogni altra persona che si sta facendo i cavoli propri, quindi senza espressioni strane, ma un certo punto il carabiniere mi ferma e mi chiede se ho i documenti. Io, ancora preso dai miei pensieri, gli rispondo: “Madonna! Eccoli!” Questa ovviamente non è la classica risposta che darebbe un clandestino, infatti il carabiniere non li guarda neanche, mi ringrazia e si allontana, ma mentre se ne sta andando da dietro gli grido: “Guardi che non sono un extracomunitario!” Lui, imbarazzatissimo, risponde evasivamente: “E si lo so scusa, ma sai da lontano mi eri parso un extracomunitario e quindi….” Ok ho capito, io per evitare di finire in galera non devo uscire di casa!   

L’ORIGINE DI SAMIR

Dopo tutte queste avventure, i miei amici avevano inventato mille e più soprannomi da affibbiarmi, così per non dimenticare da che Stato do idea di provenire. Alcuni esempi: Kebab, Punjabi, Karl (cugino di Willy il principe di Bel Air), Bubba, Indiano e islamabab. Ma tutto questo doveva cambiare nel dicembre 2009, ovvero all’epoca del primo capodanno a Sappada (sui pie). Non so se lo sapete o se ve lo ricordate, all’ epoca andava di moda un video su youtube chiamato “Rap Rumeno” (http://www.youtube.com/watch?v=l0up2O9yeho) e uno dei protagonisti era appunto un certo “Samir”. L’inizio della fine: il mio amico Perry non si è lasciato sfuggire l’occasione di collegare il tipo del video con me, non tanto per le caratteristiche del personaggio, credo abbastanza opposte alle mie, ma perchè Samir è un nome che davvero ricorda i classici paesi arabi. Da quel momento per tutti sono diventato Samir e ancora così, dal 2010, i miei amici continuano a chiamarmi in questo modo e pure a me parrebbe strano non sentirmi chiamare così da loro.

LE ULTIME NOVITÀ’ TEDESCHE

Se è vero che “Paese nuovo, vita nuova”, nel mio caso vale anche il detto “Tutto mondo è Paese”, perchè se pensavo che andandomene in Germania, avrei accantonato le mie vicende e il Samir sarebbe diventato solo un ricordo lontano, davvero mi sbagliavo. Le prime conferme di questo triste fato a cui ormai devo imparare a rassegnarmi, sono arrivate ad Hannover in compagnia di mio fratello Riccardo: appena arrivati nella stazione dei treni di Gottingen, secondo voi che può esserci successo? Ovviamente la Polizei ha pensato bene di fermarci e chiederci i documenti, pensando, immagino, che fossimo terroristi di Al Qaeda. E questo lo dico perchè hanno fermato e chiesto i documenti solo a noi e a nessun’ altro in tutta la stazione dei treni!

Ma le sorprese non erano ancora finite. Arrivati ad Hannover, dopo esserci fatti dei bei giretti per la città, decidiamo di andare a mangiare un Kebab, come impone rigorosamente la dieta tedesca. Il gestore del Kebab, dopo che avevamo ordinato, ha pensato giustamente di fare 2 chiacchiere con noi (e ti credo, probabilmente non parla mai con nessuno!) e come approccio ha iniziato col voler sapere da che Paese provenissimo. E quali saranno stati i primi Stati che gli sono venuti in mente vedendoci? Finlandesi? Inglesi? Francesi? Spagnoli? Italiani? Ma no! Ovviamente per lui eravamo i classici fratelli dei paesi arabi, del calibro di Turchia ed Emirati Arabi, a riprova del fatto che se sei un attimo più scuro dei tedeschi e vai a mangiare un kebab, sarai bollato a vita come arabo.

Infine ecco la news di tre giorni fa: Non dico più niente, lascio a voi riflettere su questo messaggio inviatomi via fb da un certo Tamerlan Hajiyev (mai visto prima): “Hello! I am sorry, but are you from Azerbaijan? (your name, Samir, sounds so Azerbaijanic).. Io davvero dopo questa non so proprio più che dire, anzi una cosa la so: Samir è qualcosa che mi perseguiterà per sempre, anzi comincio a credere che sia diventato davvero parte di me!

 

Il fegato ti guarda, ma non credo dica grazie

Quando si dice il destino! Il blog di oggi era tutto pronto per la pubblicazione, ma avvenimenti estremamente recenti hanno dovuto farmi cambiare quasi tutto quello che avevo scritto.. va beh amen lo terrò di scorta (non si sa mai che lo possa riutilizzare in futuro). Appena tutto sarà tornato a posto, soprattutto nella mia testa, forse racconterò qualcosa. Ma non ora che non è il caso.

Detto ciò eccoci per la terza e ultima parte della trilogia dei “2 mesi a Gottingen” e prima di iniziare voglio ringraziare davvero tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti per questo blog! Sono davvero felice che abbiate apprezzato quello che ho scritto fino ad adesso e soprattutto mi ha fatto piacere che lo abbiate fatto così in tanti! Per uno che scrive anche solo un semplice blog, i complimenti sono tra le cose più belle che possa ricevere, quindi ancora un grande grazie!

Che dire ora? sono passati esattamente 2 mesi 5 giorni e 46 minuti da quando sono arrivato, senza sapere cosa avrei trovato nel mio cammino e le innumerevoli emozioni che avrei potuto affrontare, ma di una cosa ero sicuro: questa esperienza non l’avrei mai dimenticata, perchè questo è l’erasmus. Qualcosa di veramente unico che ti fa crescere e ti mette di fronte a situazioni ed avvenimenti che a casa forse troveresti, ma non a 23 anni, non quando sei uno studente che vive ancora a casa con i genitori.

Qui a Gottingen, ho dovuto iniziare a preoccuparmi di come sopravvivere in un ambiente che non è quello a cui ero abituato e anche solo il fatto di dovermi fare la spesa, pulire per bene il luogo in cui vivo e soprattutto cucinare… beh era qualcosa a cui non ero abituato. Sarà per questo che sono dimagrito? Si perchè nonostante le mille e più schifezze che si possono gustare qua, c’è spazio anche per perdere peso! Dio Santo è da quando sono arrivato che non mangio una piazza italiana così come esce anche dalla più scrausa delle pizzerie a Mestre! Ringrazio solo che mi reffo ancora a fare qualche spritz.. almeno qualcosa che mi ricordi che sono Veneto e soprattutto mestrino!

Ringrazio il cielo che almeno il vino, per quanto sia ai livelli del San Crispino, costa poco e puoi passarti una serata ben felice e soddisfatto.. sempre che non si ecceda con l’abuso dei “ciccetti”.. a non vi ho parlato dei fantastici “ciccetti” del Kaufland? Chiedo venia a tutti e rimedio subito.

Questo prodotto, chiamato in realtà “boonekamp”, credo sia stato inventando o per i barboni per scaldarsi nelle gelide serate di inverno rigido, oppure, come spero sia più probabile, per gli studenti che devono trovare un modo sempre più originale per dire al proprio fegato “ti voglio taaaaanto bene”. In definitiva hai due differenti tipi di scatole: la prima, e peggiore, è quella contenente 4 boccette di “ciccetti” da ben 44 gradi, ma credo che il mio amico sardo Riccardo non abbia un bel ricordo di quelli.. o meglio è già tanto se li ricorda, ma un gusto così terrificante è difficile da scordare. Dopo aver trangugiato birra, vodka e vino scadente neanche voi sareste tanto sani!

La seconda confezione è la mia preferita, con più accettabili 4 boccette da 37 gradi e con un sapore decisamente migliore! Praticissime da portare e nascondere quando entri in discoteca, anche con i buttafuori che ti palpeggiano meglio dei poliziotti all’aeroporto! Appena arriva il momento opportuno perchè pagare 2 euro una birra quando hai una botta di adrenalina (e non solo di quella) a 50 cents? Dio benedica la Germania e i suoi prodotti pratici ad alto contenuto di alcool! 

Rimanendo in tema di vino, come non citare il Glühwein, meglio conosciuto in Italia come vin brulè? Con il freddo pressante alle porte di Gottingen, bisognerà pure trovare il modo di scaldarsi.. va beh c’è un altro metodo più salutare e che ti fa fare anche un sacco di esercizio fisico meglio della palestra, ma in sta sede parlo di vino! MALIZIOSI! Ed ecco che, visto che a quanto pare il Natale in Germania arriva prima di dicembre, i mercatini di Natale sono il luogo ideale per scaldarsi con il Glühwein. Altro che messa alcolica di Mestre! Qui non solo arriva un mese prima, ma dura anche tutto il mese! Ammettetelo dai non vorreste essere qua al posto mio a scaldarvi un bel po’? (si parlo con voi Richi, Nik, il Teo, Dave e tutta la banda di Cabot Cove)

Per quanto riguarda questo mercatino semi alcolico di Natale, non c’è poi tanto da dire.. non è grande, ma ha tutto l’indispensabile. Dal già citato Glühwein, alle bancarelle di dolciumi che non mancano mai in ogni mercatino degno di questo nome. Dalla bancarella che vende solo candele, a quelle che ti propinano wurstel giganti in altrettanto grandi panini. Pancia mia fatti capanna sono in paradiso! Presto vedrò anche gli altri mercatini in altre città più grandi e là so già che non ne uscirò sano di mente (e soprattutto di stomaco).

A Gottingen, ho capito, l’unico limite per farvi amico il fegato risiede solo nella vostra fantasia. Mischiare i più disparati alcolici è il modo migliore per passare una serata, soprattutto quando dopo una settimana di studio! Perciò armatevi di 10 euro (bastano sono quelli fidatevi), una borsa, tanta fantasia e voglia di divertirsi come si deve! Qui in erasmus non serve altro!

Ecco e con questa ultima analisi di come bere a Gottingen, si conclude la trilogia “dei 2 mesi”. In questi tre articoli ho voluto in maniera molto generale descrivere cosa sono stati per me i primi momenti di erasmus.. in una parola STREPITOSI! Una delle mie più belle esperienze che consiglio a tutti gli studenti di fare una volta nella vita, perchè merita davvero! Da adesso i prossimi articoli che pubblicherò riguarderanno momenti di vita erasmus che mi sento in vena di raccontarvi. Momenti belli e divertenti, ma anche quelli più seri, perchè va bene ridere, ma un po’ di serietà “alla Mario Monti” non guasta mai.

Detto ciò vi saluto, ringraziandovi ancora e ricordate che se date troppo da bere al fegato, quello non è una pianta e non crescerà, ma vi guarderà, annuirà, sorriderà, ma alla fine non vi dirà Danke!  

 

  

 

Io, la Germania e la decadenza

Lo so non dovevo parlare di questo nell’ articolo che stavo preparando, ma oggi è successo qualcosa cui pure io, sebbene nel mio piccolo, voglio commentare. Sto parlando ovviamente della decadenza dell’ormai ex senatore Silvio Berlusconi. 

Sebbene da qua in Germania le cose sembrano distanti, come appartenenti ad un altro pianeta lontano, non posso proprio io non esprimermi al riguardo. Io, che da quando ho iniziato l’università ho cominciato a seguire assiduamente la politica e le sue vicende, riesco fortunatamente a continuare a seguire tutto quello che accade nel mio Paese, che sebbene mi piacerebbe, non posso non sentirmi parte di esso.

Perchè dico questo? Perchè negli ultimi tempi mi sono accorto che mi stavo allontanando dalle vicende italiane, quasi facessi ormai parte di questo straordinario Paese che è la Germania, dove tutto è opposto all’Italia… nel bene e nel male ovviamente. 

Qui mi sono reso conto che la politica italiana non è seguita, c’è disinteresse, c’è disgusto, c’è noia, ci sono cose più interessanti da fare che leggere un giornale online o vedere un tg… io, non so se per fortuna o no, mi sento ancora legato a quello che facevo prima e sebbene non lo dia a vedere, ci tengo ancora alle sorti del mio Paese, perchè tanto prima o poi ci dovrò tornare, perchè purtroppo anche l’erasmus avrà fine. Con questo non voglio che pensiate che me la stia tirando o che consideri le persone che hanno deciso di non seguire la politica come persone non degne di attenzione. TUTT’ALTRO! Sono solo modi diversi di pensare, e come tale, io rispetto profondamente le scelte di ogni individuo, perchè non è detto che io sia nel giusto. Forse dovrei lasciare i problemi dell’Italia agli italiani e andarmene dal “Bel Paese”.. forse lo farò, ma fino a quel momento io mi sentirò parte integrante del sistema (diciamolo così).

Detto ciò ora c’è la decadenza: chi pensa che Silvio finalmente se ne è andato è uno stolto. Ho capito che fino a che non schiatta completamente tornerà sempre e comunque a perseguitarci (e io temo sempre di più che possa far del male anche da morto!). Che sia dentro o fuori dal parlamento, da un campo di lavori forzati o da una cella, egli rimarrà sempre e comunque una continua minaccia, un dolore, un cancro, una pestilenza.. insomma chiamatela come volete, ma il termine che prediligo (senza entrare in volgarità) è calamità.

Oggi, però, qualcosa è cambiato. Io sono convinto che anche se un prato è completamente di colore nero, dove la maggior parte delle cose sono morte, già uno stelo di erba marcio in meno è il primo passo per rivedere il colore verde di quel prato, dove si fa strada l’opposto del nero (il bianco) a cui sono servite molte gocce di sangue per risollevarsi.. in altre parole il tricolore è già più splendente. Il parlamento, le istituzioni e la stessa politica è già più pulita. Grazie a questa decadenza si può mettere in pratica il famoso detto: “chi ben comincia è a metà dell’opera”.

Ma cominciare non basta. Ora il compito di tutti noi è continuare a far si che gente del genere rimanga fuori dalla nostra vita, dalle nostre idee, dalle nostre convinzioni e la Legge Severino, ideata e portata avanti da un membro di uno dei Governi, a mio avviso, migliori della storia italiana, è sicuramente un passo estremamente importante, che bisogna portare avanti.

Che accadrà ora che Lui se ne è andato dal Senato? Vi rispondo io: nulla di significativo, almeno nel breve periodo. Si perchè noterete che continuerà a rompere, a martellare ed insistere fino a quando non avrà ottenuto quello che desidera: continuare a rompere in poche parole. Ma io, come lui, non mi arrendo e cercherò anche nel mio piccolo di mettergli i bastoni fra le ruote. Io da solo non conto nulla, ma per fortuna Silvio è più odiato di quanto creda lui stesso e la maggioranza degli italiani, quindi abbiate (ho) fede: non siete (sono) soli!  

Se l’Italia è uscita dal fascismo dopo un ventennio, allora possiamo farcela ad uscire anche da quest’ altro ventennio, che a mio avviso ha portato a qualcosa di ben peggiore del fascismo: la paura del domani e la rassegnazione. La paura la vediamo purtroppo quotidianamente.. non c’è giorno che qualcuno di noi non viva con l’angoscia e con un pensiero fisso in testa: “io ora sono così, vivo questa vita, ma domani potrei perdere tutto.” La rassegnazione, invece, è un fattore nuovo: lo abbiamo visto dalle ultime elezioni e specialmente in quelle regionali: la gente non si fida e questo è derivante anche dalla paura del domani, perchè nessuno sembra voler aiutarci a risolvere i nostri problemi.. bisogna cavarsela da soli. Bravo Silvio! Sei riuscito anche dove molti altri più seri di te hanno fallito! Meriteresti una medaglia… o la galera fino al giorno del giudizio.

In conclusione oggi qualcosa si è mosso, una pallina di neve si è mossa: se ce la facciamo, quella pallina potrà diventare qualcosa di molto più grande e difficile da fermare. Dobbiamo solo stare attenti che qualche albero (fisico, sociale e psicologico) non si metta in mezzo!